domenica 14 giugno 2015



L’Alfa Romeo 4C è una sportiva “radicale”, piuttosto compatta (è lunga 399 cm e alta soltanto 118) e leggera (920 kg: meno di un’utilitaria): ha la struttura principale del telaio (quella che ospita l’abitacolo) in fibra di carbonio, i telaietti anteriori e posteriori (che sostengono sterzo, sospensioni e meccanica) in alluminio e la carrozzeria in fibra di vetro. 

Anche il 1750 turbo montato alle spalle dell’abitacolo è, grazie al basamento in alluminio, più leggero di 22 kg rispetto all’omologa unità utilizzata nella Giulietta TBi Quadrifoglio Verde. 

Già adeguato alla normativa Euro 6, ha il doppio variatore di fase che ottimizza il rendimento ai vari regimi ed è abbinato a un cambio robotizzato a 6 marce (azionabile anche manualmente tramite palette al volante). 

Eroga 241 CV, sufficienti (secondo la casa) a far scattare questa biposto da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e a spingerla fino a 258 km/h. Agilissima e reattiva, l’Alfa Romeo 4C si guida seduti rasoterra, ha uno sterzo un po’ pesante in manovra (non è servoassistito), ma conta su un impianto frenante adatto anche alla pista. Con la levetta Dna nel tunnel si possono regolare la risposta di motore, cambio, Esp e differenziale Q2.

Essenziale ma raffinato è pure l’abitacolo, che presenta molte parti in fibra di carbonio lasciate a vista (meno rivestimenti significano meno peso) e una plancia ridotta all’osso; ricchissimo di informazioni il cruscotto, tutto digitale, che in modalità Race rimpiazza il termometro del lubrificante e il manometro del turbo con gli indicatori di accelerazione longitudinale e laterale (espresse in “g”).

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